Quando non sai cosa dire
Ma non puoi stare zitto
O impari a tacere oppure
Prendi un foglio di carta
/uno schermo elettronico
E cominci a pensare:
Al chilly mentolato
Al secchio dell’acqua
Freschezza alpina
Ai rotoli di carta igienica
Salvaspazio serrati e compatti
Se scrivi dal bagno oppure
Alle equazioni di Maxwell
al calcolo agli elementi finiti
Alla stereoisomeria
Al tuo sguardo quando
Ci siamo salutati
E a tutte le altre cose
Che mi sono state oscure
Per un periodo limitato
ma che adesso abitano
il posto più nascosto
del mio inconscio
Ed hanno la valenza dei simboli
Come la casa materna
Il sesto arcano maggiore
La prima bicicletta
Il primo amore
I primi assaggi di morte
L’albero da cui caddi
Oppure “La culla che
quando ero bambino
Non si ribaltò.”*
*(Mannaggia quera naca ca nùn s’ammucculàeh’/ mannaggia quella culla che non si ribaltò) proverbio lucano.
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