La tua assenza è una sediah

Sento l’odore della birra sgasata
Non adoro l’amaro del luppolo
al mattino!
Eppure è sopportabile ogni cosa
Quando ci sei dentro
Tranne la tua assenza
Che mi imbestia lo sguardo
Come un arpionere teso sulla prua
Di una barca a remi senza più equipaggio.
Melville e Conrad forse avrebbero trovato
Metafore migliori – o forse no.
E chissà se anche loro aspettavano il cenno
Nel mezzo della notte per poter prendere sonno
Infischiandosene della poesia e della letteratura e soprattutto non usando alcuna riverenza verso i propri maestri.
È così che deve essere. Non vi offendete.
Prima l’amore.
Poi il coraggio dopo la paura.
Appresso tutte quelle chincaglierie che chiamate vita ma che sono soltanto la lunga attesa della morte.
Fuggite fratelli la bonaccia
che inghiotte ogni turbolenza
Ogni increspatura dello spazio_tempo
Ogni accenno di eternità
Lascio cadere l’arpione
Alzo le mani
Potrei essere ovunque
Tra le tue braccia

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