oggi camminavo tra la gente
con una busta in mano
nella busta una giacca
grigia e blu come la giornata
e il mio cuore era triste
più grigio e più blu della giornata
e non perché ne avessi
davvero motivo
ogni sguardo mi attraversava
e lasciava un poco di pena
ogni passo era un peso
sotto al cielo
(succede a volte che i pensieri
si ammucchino come una mancanza
col peso dei fogli quando si bagnano)
poi è arrivata la sera e
senza che me ne accorgessi
qualcosa si è sciolta
sul fondo della gola
una idea di bellezza
si è impossessata del tempo
ho infilato col sorriso
i passi verso casa
occupavo lo spazio che occupavo
parlavo, salutavo la gente
gente in carne ed ossa
scambiavo sorrisi
camminavo verso casa
” Nun parlà nun parlà, nun parlà
‘stamme’ccà, ‘stamme’ccà”
suonava nelle cuffie una canzone
sotto al cavalcavia un treno è passato veloce
ho aspettato col fiato mozzato
che scomparisse in direzione del sole
poi ho fatto il record olimpico di sospiro !
tu eri felice da qualche parte
e pure io, alla fine.
Panchinari
In due città qualsiasi
Due panchine
Che non si sono mai incontrate
Aspettano
Nessuno sa che si amano
Nemmeno loro lo sanno
Solo tu che passi e
Che le hai viste entrambe
Hai supposto che.
Hai indovinato
Perché sei stato innamorato
Come una panchina
Fino all’altro ieri e poi
Hai cominciato a camminare
ogni santo giorno
a mezzogiorno in punto
arriva la domanda
puntuale come la morte
esatta come la luce
di casa come un parente
lontana come una stella
urgente come un amore:
che cazzo ci mangiamo oggi?
Scorteggiamento
Sbaglio ogni avvicinamento
Ma mi avvicino
Sbaglio ogni parola
Ma poi dico
Sbaglio ogni interpretazione
Ma poi chiedo
Sbaglio tempi modi e maniera
Da che io mi ricordi
E poi mi rompo il cazzo e ti dico
Eccomi qua
Ecco la mia portata
La mia insicurezza
La mia sconfinata grandezza
La mia inutilità
La mia merda
La mia tenerezza
La mia misera vita di uomo
Certo d’essere un dio
Chiudo tutto in un piccolo fagotto
E te ne faccio dono
Esattamente come a cinque anni
Regalai una spilla
A forma di farfalla
Mi sambrava così bella…
Uh. La sincerità che fora i timpani
E il cuore che lacera pensieri
E tira la poesia da ogni lato
Tutto è tuo dico…
E se non sai cosa farne,
Amore mio,
Brucia tutto in un motore a curvatura
Potrai essere in ogni luogo
Tu creda di desiderare
Così come io sono qui adesso
Avanti ai tuoi occhi
increduli e pieni di paura.
Io_ non_ ho_ più_ niente
Solo il mio amore e
Questa idea di libertà
Quartier generale dell’attesa
Quartier generale dell’attesa
interno pomeriggio
Siedo e aspetto
Tiro fuori lo schermo
Leggo un poco Pavese
C’è una ragazza
All’altra parete
Seduta ascolta musica
E ogni tanto mi guarda
Accenno un saluto
Con la cima del capo
Poi leggo
È il terzo editore a cui dico
Di non voler pubblicare
Non ancora
Non è il momento
Quando sarà?
Quando non mi porrò più domande
Forse mai. Chi se ne frega.
Sei meglio di tanti altri. Dice.
Meglio non è mai abbastanza.
Ognuno ha la sua coscienza.
Ringrazio di vero cuore
Sono onorato e non dico per dire
La ragazza si è mossa
Siede vicino adesso
Facciamo due parole
Poi quattro, poi ventidue
E così via fino a un parlato
Di varia natura
Missili Trump letteratura
Musica: le piace Iggy Pop
La cosa si fa subito allegra
Poi penso a Pavese
Alle ragazze imbrunite dal sole
A rubarle due chicchi di uva matura
Ci ho pure pensato confesso
Ma non è la sua l’uva che voglio
Poi mi incupisco soltanto un poco
Dove sei? Dove vai?
Troppe domande senza risposte
Lei mi sorride io ricambio
con due baci da amici
Una stretta di mano
Lascio un discorso cadere per terra
Ma con gentilezza
Arriva il mio turno
Mi spiccio veloce
Faccio un cenno di ciao
Nell’uscire di scena
Quasi ci dispiaciamo
Non c’è niente di erotico
Solo due tizi seduti alle poste
Sul finire del giorno.
canzone
canto il groppo in gola
il fermo ai pensieri
la mancanza
la solitudine
la passeggiata notturna
l’albero mutilato
il ritorno deserto
la dimenticanza
la fica asciutta
il cazzo moscio
canto la maldicenza
l’estrema unzione
il diavolo per capello
la calvizie
le domande senza risposta
le carezze a perdere
la sconfitta
i vuoti a perdere
canto i vuoti siderali
e le distanze atomiche
e con le loro eco
ne ho fatto sinfonie
da far impallidire
quel genio di beethowen
certe sere il cielo al di là del confine
certe sere
il fuori diventa persona
a volte la ragazza dai capelli mossi
mi tende la mano
dalla finestra
e come un ebete aspetto
che chiuda gli occhi anche
il cielo
e lasci impressa al finire
quella strisciata rossa
di certe labbra
al di là del confine.
In questo periodo 25 9 17
ci sono periodi della mia vita in cui
leggere romanzi o saggi non mi è di conforto
cerco nella forma della poesia una mano tesa
una sorella. Qualcuno che mi dica:
“Okay fratello, ti dico alcune cose
ma non ne sono sicuro, le cose sono complicate,
belle, ma complicate, possiamo provarci insieme,
ciascuno alla sua maniera.”
la risposta, che non troveremo mai, è sempre nel nascosto
nel non detto, nell’ombra, nell’inconscio.
Io mi accontento di razzolare dalla parte giusta della strada
pure se non ne verrò mai a capo, quella dove c’è calore
e questo basta a tenermi su per un bel pezzo.
Così rendo la vita sopportabile
addirittura magnifica per qualche tempo.
Mi basta per poter andare incontro alla gente
avendo qualche cosa da dare
e per trovare soprattutto qualcosa da prendere
senza quella paura mortale di non essere abbastanza.
Se dovessi dare un significato alla poesia in questo momento
è proprio quello dell’andare attraverso l’indefinito
oltre il mistero, attraverso l’abisso, comprendere il necessario
e poi uscirne, con un pensiero nuovo sul fondo del taschino.
Serenata
finché la strada ci chiama
finché la donna ci salva
finché la luna è in mezzo al mare
finché la morte ci guarda
finché dio ci ignora
finché la grazia ci tocca
finché tu mi parli
finché tu mi parli
finché tu mi parli…
la morte
La morte.
Questa cosa che si introduce nei discorsi mentre parliamo, è sempre là
Nemmeno è troppo arrogante.
Quei due occhi che ti guardano
distrattamente in mezzo alla folla
Elegantemente, però ti guardano.
Ti guardano sempre
Ti sei innamorata? Le dico ogni tanto
Ricambiando lo sguardo, sorride…
altrimenti le si potrebbe rispondere male …
E invece niente.
Va e viene come il respiro
La sento spesso camminare scalza
Più ci si ama più i suoi passi si fanno leggeri
Quando mi accarezzi si libra in volo
Come una ballerina e poi atterra
e là perde giusto un colpo il cuore
e poi riparte, ed io penso che dovrei farci l’abitudine. Invece niente.
Stanotte ho sognato che eravamo sul viale
Di una città che forse era Pisa ma più Parigi
Tu invece eri proprio tu ed io
Ti tevevo stretta, ti baciavo la spalla
E ti raccontavo una storia, ma poi
Mi sono ricordato di un funerale
e ti ho detto:
Se non ti va, non ti preoccupare
Vado e poi forse torno.
Avevo la sensazione di giocarmi un gran pezzo di vita. Così ho giocato e ho perso.
Sei rimasta a leggere sotto un pioppo azzurro e ti ho lasciata là.
Il vento forte mi ha svegliato.
Stamattina ho pensato due cose.
La prima è che
ho avuto coraggio
La seconda è che
Mi avrete etrambe
però smettiamola di sgomitare.
Un pensiero
Quanto spazio può contenere
Un pensiero!
Cieli pieni dei suoni gravidi di aerei
resistono per sempre
Come certi pensieri
restano sulle nostre vite
E Se non proprio minacce
Chiamali eterni avvertimenti
Certo Non cade il cuore
ma solo pioggia
O neve o grandine
Ogni tanto un aereo
Un uccello stanco
un poco di energia
Talvolta ricevute fiscali
Cartelle esattoriali
Santi e madonne
Talvolta trinità intere
ma è solo per fare goliardia
Per fare una misura
tra noi e il niente
Tra noi e il tutto
La malinconia nasce sempre
Da un concetto di incommensurabilità
Nasce con dio.
Dio è soltanto uno dei nomi della malinconia
E non muore. Non muore mai
Nemmeno quando scopriamo
D’essere adeguati all’universo:
Ciò che nasce una volta
Vive per sempre e rotola
come un granello
che mai si consuma
Scrivo come posso
Scrivo dove posso
Dove e quando non potrei
Se tu mi parli
io mi assento
E scrivo a memoria
Delle voci votive
E dei giorni
Non offendetevi
Amici miei se sembro distratto
Ma lei mi preso per mano
E si è portata via i miei giorni
Adesso rincorro per la memoria
Ogni sensazione e se è vero
Che sono qui con te
È anche vero che sono vasto
in ogni posto
E scrivo di altri tempi che pure vivo
E che vedo con altri occhi
Con altre solitudini
Non offendetevi amici
Se in questi giorni sembro distante
Ma se pensieri di morte e di vita
Mi legano i piedi e stringono i polsi
Altre iperboli altrettanto sentite
Catturano i miei cedimenti
Dentro ho una crepa d’altrove
Ma non per fare il figo o lo stranone
È che sento un ribollire di occhi
Che hanno visto troppe cose
E rincorro la visione e l’amore
“Come quando fuori piove ”
E il quinto seme è ancora sconosciuto
L’unico a cui mi pare appartenere
Mi chiama dai confini dell’anima
Con pensieri intrigati e profondi
Che non posso trattenere
Pena la morte di un amore
La catastrofe di un sole che muore
Se non vado tutti i corpi moriranno
Se non canto ogni cosa potrebbe scomparire
Dimensioni trasversali della vita
Si uniscono QUI in questo punto
E diventano carne per un momento
Poi più nulla!
E Si continua
Si riparla d’amore.