questa è una poesia per riordinare le idee
e necessita della giusta attrezzatura:
un fornello da campeggio, del tempo avanzato
un tavolino pieghevole, una fionda e una pinza
per le parole più ostinate, su, vieni,
tiriamo accampare, aspetta,
ancora altre stoviglie e siamo pronti,
niente coltelli
solo cucchiai d’argento
coi bordi sottili e gambo lavorato
così che tu possa nutrirti
del mio cuore
come se fosse un kiwi
ma senza pungere
e con la giusta eleganza,
raschia bene bordi del mio petto
non lasciare niente al caso,
che niente sia sprecato!
è saporito, vero?
Tranquilla, che io me ne invento un altro.
innaffialo con questo vino
un Amarone d’annata
toglie quel saporaccio di ferro
molto meglio, no?
Adesso sediamoci su quel prato
al fresco di quel vecchio ulivo.
Chissà quanta gente come noi
si sarà scambiate cose
alla sua ombra educata
e quanti alla vista di quei nodi
avranno pensato allo stomaco
dopo aver spartito il cuore.
E adesso in silenzio
cominciamo a pensare…
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