Questione di culo.

okay okay fa caldo
lo sappiamo
le tapparelle sono abbassate
il caffè fa l’amore con l’eucalipto
una punta di pepe nell’aria
sono le tue mutande nere sul letto
lo so, sono un uomo fortunato.
la doccia, la porta del bagno aperta
le tende sbuffano, nella migliore delle ipotesi
boccate d’aria bollente, c’è vento.
Palazzi.
Palazzi incandescenti. Blocchi roventi di carne
tremano ad ogni orizzonte.
Isolati senza mare intorno
si susseguono fino alla campagna.
Penisole coi cazzi ritti circondati da ciuffi d’erba
qua e là un randagio.
Distese di desideri metropolitani si allungano in
collina
Là, villette con giardini terrazzati con
ulivi secolari carichi d’ombra , bassa e fitta,
una foresta di ombra, questo sogniamo, nessuno
escluso.
Intanto…
I neri chiedono spiccioli fermandosi in bicicletta,
sotto casa mi chiedono sempre un euro
“devo fare il biglietto per Empoli”
Domani gli chiedo perché proprio Empoli?
i rom puliscono i vetri ai semafori
Storpi si inginocchiano alle ferraglie roventi
molti altri fanno i conti con le offerte speciali
tutti a tempo di semaforo
verde giallo rosso
verde giallo rosso
e così tutto il giorno passa, in una sola volta
per sempre, nei secoli dei secoli…
Ho sempre la sensazione che
tutto sia finito per sempre
senza essere mai cominciato.
E che tu sia in ginocchio
ad aspettare monete, a succhiare penisole,
a dare il culo per fare la spesa,
o dentro un’auto condizionata
è ancora una volta
soltanto una questione di culo.
Quindi ti prego, sii gentile.
Non montarti la testa.

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