In un prato verde
minacciato dalla brutta stagione
In mezzo ai vigneti
che faranno il buon sangue
il mio autunno perenne
si abbassa di un’ottava
al primo sorso di vino
risale al secondo
cambia nota al terzo
e poi scappa via
fino ai confini di Jarret –
mentre la luce ci acceca
con un furore di nebbia
il riverbero entra nel petto
in quello spazio deserto
che lasciano gi arrivederci –
dove le distanze entrano
coi nomi e i cognomi
poi muoiono soli
come numeri immaginari.
Qui – persino le stagioni
per paura di perdersi
entrano in punta di piedi
col profumo del mosto e del dire gentile –
Nel mattino bagnato
È ricordo di sabbia
Il vociare dei fiori.
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