Stanotte ho sognato di abitare
sul parcheggio di una stazione che non conosco
Eravamo tutti appollaiati sui davanzali
Stava per succedere qualcoa di grosso
Aspettavamo
A casa mia c’era una specie di festival del vino
Ma io, piu tardi, avrei dovuto guidare
Non bevevo, ero giudizioso.
C’era una ragazza con un caschetto nero
E gli occhi neri
Scattava fotografie
Quella era la sua mostra
Nel mentre che qualciluno cucinava Crepes
In continuazione intasando la cucina
Lei mi porta nel salone delle feste
Dove pendevano fili e dai fili pendevano
Ritratti di lei, bellissiminritratti di lei
Allora decido di scattarle una foto
Alla maniera di Pasolini le dico:
(Chissà cosa avrò voluto dire)
Lei compariva sulla carta
inarcata e sospesa di spalle
Come una “C” con una virgola di capelli
Come un funambolo in alto tra i palazzi
Ma senza fune
(Miracoli dei sogni)
Poi ci sfioriamo le labbra
Ti è Piaciuta? Le dico
Tace, mi bacia, sorride, va via.
Nel frattempo da basso salgono i suoni degli spari
Decidiamo di andare
Raccolgo mia madre aggrappata ad una bottiglia di Aglianico Taurasi riserva
E andiamo a casa, un’altra casa.
Mi ritrovo nel mio paese
Avanti ad una ferramenta
Con una macchina senza parabrezza
E vedo lei in bikini
Con i capelli sciolti
Ricoperta di fanghi termali e
La cosa non mi è indifferente
Mia madre è ormai al sicuro
Mi fermo, ci guardiamo
Hai freddo? Le dico
Ci sorridiamo
E decido di ripartire
Verso la valle verso il cimitero
La vedo sorridere nello specchietto
E poi scomparire dietro la curva
Farò il giro, penso,
Maledico il senso unico
E poi dico: i treni che passano soltanto una volta nella vita sono quelli da perdere senza ombra di dubbio.
Sarà là al mio ritorno.
Mi fermerò questa volta.
Dove altro potrei andare?