Ci sono periodi come questo
In cui ogni cosa si fa simbolo
Tutto risuona nello stomaco
Con una nota più grave
Di quella che vedo.
E certe voci lontane
suonano invece
soltanto gli armonici
E potrei ascoltarle per ore
Come il sitar degli Shankar
Quando sedevano vicini
Padre e figlia accovacciati
sopra due comodi cuscini
Perché non ti chiamo?
Non ho niente da dirti:
Voglio solo ascoltare
Fosse anche soltanto
la lista della spesa o
Il racconto svogliato
di una giornata qualunque
Quei versi che fai
Quando qualcosa va storto
E poi lasciarmi finire
Da questa tenerezza
A cui ho dato le chiavi
Del mio appartamento
Soltanto da poco
Ma che già spadroneggia
un po’ goffamente
Come una vecchia baldracca
Che ha vinto da poco
la lotteria del millennio
E dell’intero universo.
Che Fa comunque il mestiere:
Ma Dice: faccio quello che voglio!
Scopo se e quando voglio.
E se poi è tutti i giorni
È soltanto passione!
E poi sbatte le porte
E ci mandiamo a fanculo
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