certi giorni
ho pena che tutte le cose
non siano che cose
cose che passano di mano in mano
e che dovrò lasciare per sempre
prima parlavo con una ragazza svizzera
di circa venticinque anni ed
ho provato qualcosa per ogni singolo anno
e la sua vita che ho soltanto immaginato
mi è diventata familiare
: duecento metri, sempre dritto –
le ho detto alla fine
due sorrisi e poi
ognuno per la sua strada
certi giorni come oggi
sento il peso del raggio di sole
che filtra sempre più obliquo
attraverso rete metallica
del cavalcavia ferroviario e
i bisogni dei cani sparsi per terra
diventano qualcosa di ancestrale
colpiti dalla luce
tutto si affolla sul cuore come dei secoli
si depositano le ere, gli eoni a strati
come una torta di nostalgia tanto bella
che nessuno ha il coraggio di mangiare
e cresce la fame di vita
e si fa tenero il sorriso
e sotto gli occhiali lo sguardo
si fa lucido e dritto
come una verticale
che ci attraversa il petto
quando ci sdraiamo
per chiudere gli occhi
al passaggio del tempo.
Sul pianeta Venere, religioni e altre ricette
niente cambia
tutto cambia
di questi tempi
il sole sorge
e venere scompare;
l’ho vista urlare pochi minuti prima dell’alba:
questo è il paradiso perduto
ragazza! Avrebbe detto in quel momento
nonno Lorca parlando poi del mare…
e taccia l’ecclesiaste!
la mia religione invece
è genuflessa solo al mattino
e non ha niente a che fare con le ricompense
né con le terre promesse
si apre come un fiore di zucca
alle prime luci del sole e poi
marcisce e marcisce e marcisce
per tutto il resto del giorno e
che tu mi colga fresco di rugiada
o putrido di sole
niente cambia
tutto cambia
venere urlerà ancora domattina
il suo grido di cristallo e fuoco
e il mio parlare sarà sempre d’amore
ma per fare una buona zuppa
coi fiori chiusi e marciscenti
ci vuole amore pazienza
umiltà tecnica storia vissuta
applicazione.