il primo sole stenta il giallo,
inciampa sulla solgia del balcone
e si perde giovane,il tiranno,
tra la pupilla e il sopracciglio.
Porta pensieri di carne
la primavera,
le gambe nude tagliano l’asfalto
coi passi lunghi degli uffici,
le donne sfoggiano sorrisi appena nati,
e la loro pelle ancora bianca,timida
ammicca ad ogni bocca.
L’anno scorso lottavo tra i miei monti
a Primavera,e
solo i colori mi regalavano sorrisi.
Quest’anno le tue labbra nascondono
ai miei occhi qualsiasi gioia della Natura.
Vieni e fammi fiore,
prima che mi accenda
e come un dardo
pronto all’assedio,
bruci ancora,nella notte dell’Estate.
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