provo tanta pena per ciò che sono
e per ciò che non sono
per ciò che voglio
che è indefinito
per ciò che non voglio
che è più luminoso
il mattino si spacca
come marmo sul cuore
e c’è la solita voce che dice:
o dentro – o fuori!
ed io sono sempre
fuori da qualcosa
e dentro un’altra cosa
e non so mai dove sono
se dentro una preghiera ai petali morti
o fuori di un inno alle cose in bilico
che restano in cielo per secoli
con occhi minacciosi
e che non cadono
non cadono mai
-che cazzo mi guardi?
Cheminchiaguaddi?
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