Un’altra notte a parlare coi libri
A volte i muri cercano di sbirciare
Qualche buon rigo da dietro la tenda
Ma io glie lo impedisco
Ché se dopo aver parlato coi libri
Avessi bisogno di parlare anche coi muri
E questi nel frattempo leggessero
non avendo più tempo da dedicarmi?
Col pavimento ci parlo solo da ubriaco
Confortante l’odore di lisoform freschezza alpina
Porte e finestre non le trovo adatte allo scopo
Stasera un libro mi ha parlato di un fiume lontano almeno sette vite
Ed io invece sono solo alla terza
Solo al pensiero mi si intrecciano le dimensioni
Questo fiume accogliente
Che ti sveglia col suono delle barche
e delle onde sulla riva
E col pensiero dei salmoni che risalgono
Fino tuffarsi nel cervello
Fino a deporre pensieri nuovi di zecca
sul fondo di un posto tranquillo e poi morire
Con la brutalità vergine che si concede solo la natura
Questa cosa mi tiene sveglio per ore
Come se fosse la cosa più importante della mia vita
E forse lo è.
Rispondi