piccoli a piacere

le domande cadevano
come gesucristi dalle croci
E i pomeriggi fluivano senza risacca
E quello che chiamavamo tempo
Non era che il succedersi
Di turgidi scampoli di vita
Che ci tiravamo appresso
come piatti di vetro tra amanti rabbiosi
-Ma non era rabbia
E poi stanchi, alla sera
Di quei giorni immaginati
Sempre diversi,
Ci facevamo vicini
Come numeri interi
numeri Naturali
piccoli a piacere

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