Ultima domenica di marzo
prima di primavera
i nomi sono soltanto
vocali e consonanti
infilate arbitrariamente
una dopo l’altra
come queste parole ma
con meno arbitrio
mi hanno chiamato gli altri
io raramente mi chiamo per nome
Ultima domenica di Marzo
prima di primavera
dalla sedia su cui siedo
linee rette, piani in sequenza
dipinti del colore della terra
e l’unica cosa vera
è un piccolo rettangolo azzurro
in cui ogni tanto di giorno
un gabbiamo appare
di notte raramente una stella
a volte Venere, e la luna,
un aereo lo attraversa
solo se c’è troppo vento
è la rotta più sicura
e questa cosa mi dà pace
quando mi alzo
la prospettiva diventa bianca
uno spazio di legno semi vuoto
racchiude l’avvolgibile
dentro, il vinile,
con il suono dei giorni.
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