Le tette di un’altra

era questo che sognavo
un giorno
cavalcioni sul letto
era questo che dissi
alle tenebre
venite
coi vostri eserciti
di morti rosa
coi vostri teschi
dalle orbite a cuore
colonne di fumo
venite con le vostre spade
che tagliano il sonno
era questo che sognavo un tempo
e adesso che il mattino
coplisce come un pugno al risveglio
che il sentimento mi zavorra
col piombo al materasso
adesso che ho smesso di sognare
e annego tra i rivoli delle notti
nella linfa delle gambe
e striscio come un anfibio come
una serpe che ingoia veleno
ti cerco, di tanto in tanto
tra i profumi di altri capelli
ti vedo tra i miei capelli caduti
su tutti i cuscini dove un giorno
col sangue, tra morti e feriti,
ho scritto il tuo nome, e
adesso come una lapide
piantata nel fango
un vessillo strappato dal vento
riposano senza sapere
le tette di un’altra

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