Ti muore il cane 2.0

Ti muore il cane 2.0

Investito da un furgone a lui
da una meno nobile Panda a me
e mi ritrovo a leggere poesia di vita vissuta
così com’è la poesia di questo secolo
lasciando gli orpelli alle cattedre
e tutti ci siamo sentiti molto male
e un poco in colpa ma non troppo
ché sono per la libertà incondizionata
comunque il fatto è che
leggo una poesia sulla morte di un cane
e delle conseguenze
e mi torna in mente
che anch’io l’ho seppellito profondamente
e sotto tutte le strade dei quattordici anni
ma a differenza sua la mia poesia non è uscita così bene
da essre quasi felice che sia morto.
Questione di armi, di pesi, di valori in campo,
ma poco importa se ciò mi riporta a quella volta
che uscii nudo a sentire la notizia
dalla bocca di mio cugino
e al sapore di ferro
e alla bocca secca
e mi ritrovo a distanza di venti anni
a scrivere una poesia
su di un tizio che
ha scritto una poesia
sullo scrivere poesie
sulla morte del suo cane
e questa cosa, forse l’unica,
che ci accomuna
me, Carver
e qualche altro miliardo di persone
sapendo però, che non molti
di tutta questa somma
hanno scritto una poesia
su di lui che scrive di lui
che scrive della morte
del proprio cane
e penso che sia un peccato
interrompere questa catena
così tanto umana e spontanea
da superare le armi e i valori messi in campo
così come deve essere la poesia
una grande fratellanza intorno a qualcosa
che si fa beffe del tempo
e dei cani e di me e di tutti quanti voi

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