Dopo una nottata difficile
La nostalgia ringhia come un cane rognoso.
È autunno. È caldo. La pioggia arriverà più tardi… leggi due righe sul cesso e pensi a tutto ciò che non hai fatto, a ciò che avresti potuto. A ciò che avrei…
Leggi Brodskij. Poi Gozzano. Poi Sinisgalli. Si torna sempre alla terra. Pensi… Penso…
Quindi fuori accade: una fisarmonica e un violino suonano prima “Besame Mucho, poi “O sole mio”, poi “dos Gardenias”… Il sole spinge forte un raggio sul mio ginocchio destro. Lo scalda timidamente, con troppa luce.
Ho chiuso i libri. Finisce la musica e per un attimo sono l’uomo più solo del mondo, di una felicità profonda, che si prova soltanto, credo, quando non possiedi più niente. Quando il tuo nome è vuoto ed il corpo un’ombra. Come una musica, ma più oscura, con meno vita, con più infinito.
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