tornando a casa
leggo due poesie di guerra
poi due epigrammi di Marziale
apro il libro sul cavalcavia
scavalco-via una merda
poi una lattina sbrodolante
poi un capello bianco
poi un arrivederci
lasciato da chissà chi
chissà quando
questa città è sempre più sporca – penso
poi un po’ ridacchio
e mi viene in mente una poesia
ma che non scrivo
e che recito un po’ a mente
e un poco a bassa voce
la luce sta scendendo
dietro la stazione
i lampioni sono già sull’attenti
arriverà la scossa
e brilleranno anche loro
come i miei occhi – mi accorgo che –
ho la vita in una tasca – e
la nostalgia nell’altra
ci infilo dentro le mani
fino a scomparire
come due parole.