Il bravo opinionista



Bravo
Segui gli eventi
Fatti un’opinione
Adesso moltiplicala per quattro
Aggiungi 53
Ci siamo? Segna questo numero e 
dimentica L’ultima sillaba
Non perderti
Appuntalo su di un bottone
Poi cucilo nel muro e vai avanti
Pensa al numero che ho pensato
Rifatti un’opinione
Sali sul piedistallo
Snocciola una strada da seguire
Poi aggiungi tredici e un cucchiaino di sale
Scendi
Fatti un girotondo
Fanne un altro
Bevi sette sorsi d’acqua
Senza respirare
Sciogli il bottone dal muro
Spunta di una sillaba
Ricuci
Sottrai ciò che non sarai mai in grado di pensare
e aggiungi un pizzico di menta
ma che sia fresca
altrimenti… Desisti
esci sul balcone e dividilo per quattro
rifatti l’opinione per le grandi occasioni
e fanne la radice quadrata
esponila a potenza
resta immobile
ancora…
un altro po’
quando non lo dico io…
bene, adesso fermati
fatti una corsetta
due saltelli
ma non muoverti.
muori:
fatti una coscienza!
… Bravo!

La lunga resa

se non hai niente da dire, ascolta:
Esci da qualunque cosa ti trovi
ed entra in case senza pareti
poi guardati intorno, soprattutto
occupa lo spazio che ti è vietato
ma con gentilezza, lascia fuori gli orologi
guarda il cammino degli altri uomini
soprattutto la strada degli sconosciuti
fa’ loro delle domande senza usare parole
usa il tuo corpo, ogni muscolo conosciuto
offri un sorriso a chi incontri
– c’è sempre un motivo per sorridere
questo è l’assioma da cui comincerai
a costruire il tuo cammino
quello nuovo, quello senza obbiettivo
l’unico interessante davvero
quello per cui varrà sempre la pena di vivere
la vita stessa, la sconfitta, la lunga resa, l’amore.

prEGOiera

Vuota poesia
Piena di birra
Il mio nome è con te
Tu sei la più interdetta tra le donne
Dacci oggi il nostro ego quotidiano
E mettici se puoi anche un po’ di pane:
Confesso a voi sorelle
E voi fratelli
Che ho molto peccato
In pensieri, parole
opere e omissioni
Per mia colpa – mia colpa
Mia allegrissima colpa
Ma adesso taci
O di’ soltanto 
una parola
Ed io sarò fregato.

Ritorno

Leggo le vecchie poesie
Come si legge l’universo
Con la fragile certezza
Che il mistero che ci abita
Possa rivelarsi  –
da un momento all’altro
– ma senza stupore.
Come il ritorno annunciato
Della stessa sorella 
Che non sapevo di avere.

Frispiti di gioia

Questi i fatti:
La gomma delle scarpe
Scivola sul marciapiede
Come sapone
Penso in bolle 
Alla mia vita
Che potrebbe essere
(E forse lo è)
Quella di uno sconosciuto:
Canticchio un vecchio ritornello
Quasi fossi a disagio
Coi passi sulla terra
Due randagi mi confortano
Con scodinzolezze di periferia
Penso al linguaggio del corpo
Distendo le braccia
Bop! Boohp!
Rilasso il sorriso
Boop!
Mi faccio più comodo
Esplodono a scoppietti
Frizzano I pensieri
Cosa è vero e cosa non lo è?
Booop! Booop!
Io so cosa vuoi dire
All’universo sconosciuto:
Non vuoi dire niente!
E questo mi regala un frispito di gioia
Boop! Bip!
E scoppiettando me ne vo’
Sgaloppinando la città.

Brava Gente

Oggi è san Nicola
l’onomastico di mia madre
Sì, le diedero il nome di un suo zio scomparso prematuramente
dice sia stata una brava persona
anche l’altro zio, Roberto
dice sia stata una brava persona:
“uno simpatico”, ” insomma un brav’uomo”
questa cosa mi fa pensare
a tutte le volte che ho detto
” è un bravo ragazzo” – ” nu buon guaglion'”
riferendomi a circa un trilione di persone…
in ogni caso la regola è che chi muore
è sempre un poco meglio di chi vive
se non altro perché ha il bonus 
di non poter rompere le palle.
Brava gente.
penso a quanto sia inutile questa definizione
io lo so che anche una brava persona
a determinate condizioni
potrebbe commettere un omicidio.
Io stesso, potrei inanellare una serie di cazzate folgoranti
e poi pentirmi e perdonarmi e tra un rimorso e l’altro
ricominciare il circo, ritornare ad essere una brava persona 
non so perché sto pensando a queste cose
verrebbe voglia di menare le mani
adesso che sto per chiudere il computer 
per andare a sputare un po’ di sudore 
corricchiando in giro per la città…
sarà che il buio smuove strane ombre
alla finestra della cucina, col vento, prima
l’albero pareva il collo di un cavallo nero imbizzarrito
mi è parso di sentire rumore di zoccoli
e odore di cuoio e il croccare della polvere tra i denti.
E fuori – il deserto di chissà cosa – chiama
come acqua fresca.

Dicembre – 18


Dicembre
legioni di morti in cammino 
sole che scalda il comignolo e
bocche di fuoco annacquate
Dicembre
partorisci due buone idee:
una la regali, la migliore – 
una la conservi in cantina
la terza è un aborto festivo
che fa brillare il camino
Dicembre
che dai corpo al respiro
e la paga all’autunno
lascia stridere il vento:
il morso dei campi 
il gelo che addormenta
le foglie e fa brillare i colori
Dicembre
conservi la luce migliore
e sotto i pensieri rituali
nascondi stretti-germogli
di sentimenti maturi – 
solo la mano sconfitta
può cogliere, rimestare – donare

Siamo Dei, Sandrino.

Sandrino – occhi gentili
dolcezza d’ossa e di pelle
che ne può sapere la gente
del demone del gioco
e della solitudine
che fa perdere la vista
e gli occhi che spinge
troppo forte il cuore?
una notte al karaoke
eravamo tutti sbronzi
e tu cantavi Lucio Dalla
con un filo di voce
che sembravi Chet Baker 
senza il talento di Chet Baker
Sandro come un dio della deriva
ché quando ti rimane
un poker elettronico
e una cassa di Peroni
la pensione sublima
in meno di tre giorni –
e tutto il resto 
già era evaporato.
Siamo Dei, cantavi,
ed io ero d’accordo.

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