difficile saltare un metro
a due anni – e infatti saltai venti centimetri
saltai l’altezza del marciapiede –
e mi diressi verso il bar difronte casa.
Mia nonna, santa donna, mi afferrò per un braccio
evitando così che potessi finire sotto qualche macchina
poco male – mi slogai un braccio. dicono.
– “un bicchiere di birra” avrei risposto alla domanda
– Dove volevi andare?
Così in paese ti insegnavano la parola Birra
subito dopo – Mamma
Subito dopo- papà
subito dopo – pipì
e poi ridevano quando la ripetevi- manco avessi detto –
Chessò: culo! oppure: Immanuel Kant –
Avevo due anni – conoscevo poche parole e poco del mondo
ma la strada sì, la conoscevo.
Io non la ricordo questa storia, almeno non credo
le immagini che ho in mente
credo di averle ricreate con i racconti,
d’altra parte non difetto certo di fantasia…
ma mi è venuta in mente proprio adesso
mentre ho un calzino da corsa ed uno di cotone blu
e sto in mutande tra un colpo di tosse e l’altro
e in sottofondo la musica di un sax e fuori la pioggerellina
e la strada che mi chiama come faceva un tempo
come ha sempre fatto.
E la donna, che ho amato da prima che nascessi
cammina su chissà quale strada – adesso –
In mezzo alla gente è il mio posto – dove sennò?
La sentite? Uh! Suona come un’aria – è la strada.