Amore mio dicevo
Poi tacevi e poi tacevo
Gli ingenui pensano al genio
Alla brillantezza della parola
Qualcuno che aspetta una poesia
Snocciolata bene
Qualcuno crede che conoscerti
Significhi prevedere
Qualcuno vittima dei quadrati
E delle proprie geomentrie
Al limite frattali
Si approccia all’indefinito
E fallisce inevitabilmente come può
Io credo che conoscere sia amare
Accettare Intimamente la diversità
Accertarne lucidamente la leggerezza
E non scalandizzarsi mai
Non offendersi mai
E Come potremmo?
Di cosa hai paura, uomo?
Se il peggio è il certo?
Se morire è naturale e
Amare è una risata
Strappata alla paura
Di potere avere paura?
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