La percezione della realtà
per qualcuno è realtà
ognuno, dice, ch’è
la propria indefessa realtà
io non la capisco ma
la amo come posso e
quando ho cercato una colpa
ho trovato uno specchio
poi un mozzicone
si è spento
in una campana di vetro
e tutto intorno
ha bruciato
la realtà è che
il gatto del parcheggio
è entrato in casa
adesso fa le fusa alla finestra
un gatto storpio e solo
ed io non ho il coraggio
di dirgli d’andar via
che non l’amo amando
o è che l’amo amando
non so non so non so
Aterosclerosi
Stamattina presto
Guardavo l’incendio
Arricciare sul monte
_Che tetra bellezza!
ho pensato
-Non è così l’amore?
Ho detto alla mia amica
Mentre mescolavo il caffè
Tra i vapori della birra
Della sera appena passata
O non l’ho detto?
O non c’era nessuna amica
E nessun incendio?
Forse uno specchio?
Forse la birra?
Grazie
Cammino come un dissociato
come una emorroide della terra
ho il cuore gonfio e pesante
faccio fatica a respirare senza sospirare
ho gli occhi mansueti
come una vacca del Gange
e nessuna traccia di rabbia
in mezzo alle parole
e a perdita d’occhio
campi di poesia e tenerezza
che non apparterranno mai a nessuno
ogni tanto un morso di sabbia
di tanto in tanto un mal di testa
le soglie si abbassano e
anche le pietre adesso
parlano tra loro
sorseggiando caffè
sotto il tavolo di un bar
dove non eravamo mai stati:
è che amore è la gratitudine,
ho scritto sul tovagliolino,
Grazie!
qualsiasi cosa questo significhi.
Interno giorno
Ti scrivo ed è come sparire
In un palmo di labbra e di sabbia
Sento il treno venire da sud
Sbraitare qualcosa ai binari e
Poi continuare a svanire
(Il vento scherza col filo dei panni ancora da stendere)
Adesso è tornato il silenzio
e qui manchi
Come se nemmeno io esistessi
Oggi ho per te soltanto
parole piccole e semplici:
le dita di una mano
Labbra limoni pesca e basilico
Manca il tuo profumo di
Di fili d’erba e di occhi-
L’ Aria pigiata come uva
Si attarda nei vecchi polmoni e
Ne esce con quattro parole:
Vieni qui
amore mio.
la prima volta
Se hai il vizio di scrivere
ad un certo punto
potrà accaderti
/
mettiamo un Venerdì mattina
/
di tentare la letteratura
e di spacciarla per vita
o viceversa. Bene:
Nel senso di scrivere
una poesia d’amore – ad esempio-
e di finire per credere davvero
a cose del tipo:
“io non ti cerco ma non ti dimentico”
” tu non lo sai ma ti vivo ogni giorno”
Voglio dire: qui va a finire di restare
intrappolati nella forma
di farsi le seghe anche a parole
Allora amico mio. Sì, tu. Dico a te, amico!
salviamoci, usiamo le precauzioni.
lascia stare le lettere e pensa
a quella cosa che vorresti fare…
Non lo sai? Ma sì che lo sai, tutti lo sanno.
Ci vuole solo un poco di coraggio
prenditi del tempo
qualsiasi cosa voglia dire
tutto il necessario
-nel frattempo non credere a niente-
– non lasciarti abbindolare dalla bella parola-
E poi falla, ragazzo
senza titubare: dici e plasma
ciò che puoi toccare, tocca
le cose come se fosse la prima volta
questa è la poesia
questa è la letteratura
questo è l’amore-
Noci
Le cose vanno a rotoli
Non i sentimenti dico
Almeno non i tuoi
Ma tutto va a puttane
Tranne te che alle puttane
Hai regalato nella vita
solo confetti
Sei ubriaco/sei solo
Il mondo si è fatto tenero
E permeabile
Sei sicuro di un sacco di cose
Ma non del tuo valore
Non a quest’ora almeno
Perciò hai litigato con tutti e
Ancora non ti basta stasera
Caricheresti anche un toro
Così sono saltate riunioni
E i pilastri della terra
Hai fatto brutto anche alla luna
Non che la cosa ti abbia turbato
Al cuore Ramon: hai detto ad alta voce
Nella peggiore strada deserta
Poi Ti sei fermato a parlre con un ragazzo
Seduto sulle scale vicino casa tua
Si era appena fatto un pera
E hai avuto il coraggio
Di dirgli che gli volevi bene
Lui ha capito e si è commosso
Poi hai pianto e gli hai dato
Una pacca sulla spalla
È il vino, ti sei detto
Troppo vino ti sei ripetuto
Il ragazzo ti ha urlato un vaffanculo
Che suonava come un abbraccio
Tutta questa bellezza
Questa atrocità
Questa meraviglia
Questo dolore che galleggia sull’asfalto
Come se fosse il tuo
ci attraversa
Come raggi gamma
E ci lascia leggeri
Come gusci di noci
Buoni da ardere
O per farci piccole barchette
Ai primi accenni di pioggia.
Nèvere
così tornare a scrivere
che fummo alberi
che fummo angheti
e fummo sakefi
e che siamo foglie
e siamo lumeri
e siamo nèvere
tra le più belle
amore mio.
cose da pazzi
È così che il tuo cuscino
Stamattina
ha cominciato a blaterare
Come un senza-tetto che
Ha bevuto tutta la notte
Dopo avermi toccato il culo
Ed aver tentato di baciarmi
Il collo a più riprese
Con la giustificazione assurda
Del non avere occhi ma occhielli
Occupati per giunta da bottoni
Rinchiusi in una federa
Risalente all’epoca del matrimonio
Dei miei genitori.
Dice: ti manco?
Neanche un poco?
Cose da pazzi!
Lucertole
C’è Bill Evans che suona in camera
Mentre In cucina alla tv gracchia
un programma dove intervistano
Scrittori americani che spesso
dicono cose assai sensate
Io sono sul cesso / porta aperta
Leggevo delle poesie
fino ad un attimo fa
Fino a quando ho visto la mia vita
uscire dalle feritoie della finestra
Come una famiglia di gatti
Alla conquista del giorno…
E speriamo che torni prima di pranzo
Con una buona notizia
E non con la solita lucertola sventrata
Abbandonata sulla porta
Già alle sette del mattino.
A chi lo dici?
Oggi pensavo che
La morte a stretto giro
Sta appiattendo
Qualche cuspide
Aghi di pino e rosmarino
Campo de’fiori e terra mossa
Pensavo: vedessero il tuo amore
Resterebbero al più felici
E qualche volta tristi
Ché mica sono una giostra. Dico.
Ma vanno. E vanno bene.
Tutto muore di morte viva
O di paura. Poco importa:
Il vento fa quello che deve
Ciascuno è quello che può
Oggi pensavo:
Di dispensare più sorrisi
Ché ero un poco triste
E così ho fatto
Per non saperlo dire
E poi chiamano e dicono
Tizio ci ha lasciati
Tizia sta là per là…
E non so mai che dire
*Tutt’ quant, àmma murì
E questo fatto mi consola
Poi penso alla mia vita
E a lei che mi disse:
Tu sei insoddisfatto della tua vita.
Ci mancherebbe! Certo che lo sono
Fossi dio sarei lo stesso insoddisfatto
Ma cone glie lo spieghi?
La felicità è di molto sopravvalutata
A me piace vivere nelle frizioni
Dove le cose premono forte
Come quando nascono i diamanti
Ma io no. Io sono la terra che
A volte fa la primavera
Altre il deserto
Con immutato amore
ma a chi lo dici?
Assalto alla poesia
Passando per il corso, ho visto un tizio che leggeva col microfono delle poesie seduto nella vetrina di una libreria.
Alle spalle una scritta recitava: ASSALTO ALLA POESIA
senza occhiali, ho letto: Al Salto la poesia.
Ho riso, ricordandomi dei film di Pierino. Almeno…
Ad ascoltarlo, nessuno.
Non che ne valesse la pena, intendiamoci.
C’è molto meglio da fare che ascoltare un tizio che legge delle poesie da dentro una vetrina. c’è in generale molto di meglio da fare che ascoltare un tizio che legge delle poesie.
Camminare ad esempio. Caminare fino a dimenticare il perché stai camminando.
Infatti ho continuato a camminare fino ad incontrare un amico che mi ha chiesto: Dove vai?
“oh! non saprei”, ho risposto: “boh! Fose a casa, o forse a Timișoara, non ricordo.”
Ho fatto il vago per un bel po’
fino a dimenticare io stesso il mio nome
fino a diventare un pollo, un dado d’acciaio e infine un vagone
e adesso sai da dove scrivo.
50 Cents
Dico, Michele, rilassati
Assapora questa sensazione
Che ti tiene sul bordo del pianto
Assapporala fino in fondo
Lascia scorrere il brivido
Fino alle unghie dei piedi
Lasciati attraversare da questo vuoto
Sei fermo e scrivi come un sasso
In questa fiumana di odori e di profumi
Non che sia una gran cosa
Ma oggi è diverso, senti:
È lei È la primavera
È la sensazione che da un momemto all’altro
Non succederà nulla di niente
Respira. Cribbio. Non morirai oggi. Forse.
Respira come se esercitassi un diritto
Sei qui per diritto di nascita
E spingi allora qualche altro Newton sul pavimento.
Questa è la vita. Hai bevuto un pessimo caffè
E mangiato un panino inutile.
Abbracceresti chiunque. Tutti.
E fortuna che non ci sia un pianoforte nei paraggi
Come le altre volte.
I tabelloni dei treni scorrono come lotterie
Come ghigliottine
Cadono come pailettes consumate
Cadono 50 cents sul pavimento
E suonano nella stazione
Come un gong.
Carnival is over. Carnival is over…
È tutto quello che sai pensare.
(Dead Can Dance. Ndr)