È incredibile che
I muri sappiano così tante cose
Delle nostre esistenze
E viceversa
Quando il giorno è terso
Vedo nitidamente le pareti
Che sotto la luce
Rivelano le proprie insicurezze
Ma io non ne approfitto
Dico loro che sono bianche e lisce
Come il culetto di un muretto appena pitturato:
e loro, vanitose, risplendono.
Tra di noi non ci sono pudori
Loro sanno che esagero spesso
Con un sacco di cose
Che ho le mie paure e le mie tenerezze
E che per una buona idea potrei morire
E che non so dosare la mia irruenza
E Che ho una energia difficile da gestire nelle mani
E un sentimento cristallino che tenta di farsi gentile e bello
nella maniera più maldestra
Allora queste mosse a compassione
tentano di insegnarmi la pazienza e l’amore
Ieri ultima lezione:
“Potessi morire amando, sarei felice”
Mi ha detto verso le 24 00
la parete finestrata nel mezzo di un discorso.
E se non ti amasse? ha ribattuto egoisticamente la sedia giovincella…
– “Sarebbe intelligente, ha risposto la parete.”
quindi la parete della porta ha cominciato a ridere
svegliando di rimando il pavimento & soffitto
che fino a quel momento dormivano sogni tranquilli
dopo essersi guardati in cagnesco per tutto il giorno
a causa della solita disputa irrisolta tra la terra e il cielo.
Il letto sornione sogghigna, per essere un piccolo accenno d’intesa.
Ed io là sopra disteso a mezz’aria sono l’unico a guardare l’orologio
e comunque non so dire se sia troppo presto
oppure troppo tardi
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