Che c’hai? ( a Victor Cavallo )
dice: che c’hai stasera sei triste?
sei cupo
eh sì e pure vestito di lino e ho un CX da formula uno
non indifferente
un cupolino
faccio cupolino dal monte
spunto come la luna di un parruchhiere
che faccio lascio ? spunto?
so tre centimetri, lascia lascia.
dice: aperitiviamo?
dico un americano
dice uno spritz
dice: oh! stasera non parli? che c’hai?
sei ombroso.
dico che essere ombroso
alla luce dei lampioni
è meno faticoso che esse ombroso al sole
o aprire un museo con becere intuizioni ombrosiane
o magari guidare un coro ombrosiano
immagina che nenie…
dice: vedi però come sei?
non si può mai fare un discorso serio ché subito la butti in caciara!
dico: che ci vorrebbe una caciara sopra na bella amatricianara
ché terremoti a parte è davvero una squisitezza
dico che ho letto il libro di Victor Cavallo
e mo so triste, come quando ti appare in sogno un parente morto
che poi somigliava a mio zio ma solo nel viso e nella caduta
e mo mi sento come se mi avessero portato via un parente capito
so’ triste. Mi manca Victor, so dispiaciuto
che gli americani finiscono e che gli spritz si annacquano
come i giorni, capisci? so triste
che i giorni passino e noi che pure siamo ogni cosa
ci perdiamo sia noi che ogni cosa
dice: Vabbè stasera non ti capisco
dico: vabbè c’hai ragione è che so triste e so cupolino
ho letto il libro di Victor Cavallo e avrei potuto farlo assai tempo prima
e invece no
capì?
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