mi chiedo spesso
che cosa resterà
di queste quattro cose:
del foglio accartocciato nel cassetto
del nome scritto a penna sopra il muro della scuola
del paio di scarpe vecchie ripudiate dalla strada
dei balconi scavalcati a tarda notte
cosa resterà di me?
domando al marciapiede
se non un po’ di tenerezza
le braccia tese verso il giorno
il seme sparso in ogni dove
e poesie di poco conto
da cui non sono nate meraviglie
ma voci mute, albe storpie
arrivederci sotto falso nome
porte chiuse senza inganni
e nostalgie nemmeno troppo grandi
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