che poi è il mistero dell’esistenza
che poi è il mistero della vita
che poi è il mistero della morte
alcuni lo chiamano abisso
taluni lo chiamano paura
a me è sempre parsa una vertigine
col fascino delle belle donne disperate
con cui non si dovrebbe mai fare l’amore
eppure è da là sotto che splendono le cose
come se fossero vere e piene di respiri le voci
e gli occhi non sempre paiono due palle di carne
e qualche volta quando non ci penso
che sia più o meno ubriaco
riesco sempre a stupirmi
riesco quasi a vederci un senso
in tutte queste luci dai nomi di persone
gettate sulla terra da uno sputo
per fare delle cose entro il tempo
soltanto perché le sanno fare.