scrivo in profonda solitudine
mi faccio in quattro
poi otto
poi mille
porto il peso della buona parola
e ve ne faccio dono
che sia per voi una benedizione
ogni mio passo
su questo viscido sentiero
che sia radioso il giorno
anche per me domani
che oggi passo il tempo
a scansare le ombre
come fucilate
cose che passano
in questi giorni di contemplazione
la sera siedo vicino alla finestra
e do da bere alla mia ombra
ciò che resta del mattino
alla luce di una lampada
vedo passare la mia vita
tutto mi dice qualcosa che ancora non so
quale misticismo è chiuso in me?
quale domanda ha come risposta
la parola coglione?
le lunghe ombre del vino
sfilano sul muro giallo
come incappucciati
al passo del fuoco
il passo del diavolo
è il suono che vi porto
quello che conosco è
il passo lento dei morti
la loro danza di stracci
e tenerezze di carne
cose che passano
cose non tornano