certo scriverei come Carver
in riva al fiume
aspettando che abbocchi
oppure come Conrad
a conducendo un battello
nel culo del mondo
O come Chatwin
riscrivendo sentieri
O Pedro Pietri
a dar voce ai fantasmi
ma mi è toccato Michele
e le vie di un paese
il fregolío dei campi l’estate
le stazioni d’Italia
motorini sfasciati
I posti consueti
i sottoscala fugaci,
le serate tra amici
le albe drogate
le notti comuni
qualche fuga all’inglese
ritirate strategiche
fianchi rigati, costati,
notti abbattute
da vecchi cazzotti
parole ignorate
case bruciate, costruzioni,
Numeri, piccole cose
bicchieri scheggiati
Un po’ di buon vino
e qualche volta l’aceto
nessuna epopea
nessun gesto eclatante
niente eroismo
la monotonia degli occhi lontani
dei sentimenti comuni
corrispondenze
nessuna puttana
la tenerezza dei giorni
che passano uguali
la mezzanotte che impugna
ogni volta
un fazzoletto bianco
alla partenza del treno
le corse sui monti
quel tanto che basta
nessuna misura
se trovo l’incredibile
in una vita comune
Forse sono fesso davvero
o un poco coglione
Qualsiasi cosa mi accada
qualsiasi cosa misera diventi
sotto i colpi dei giorni
poi scrivo due righe
guardo, mi siedo, incontro
ritrovo il sorriso
un poco di pace.
Rispondi