A casa sua. (micro racconto scritto in autobus)

A casa sua.
(micro racconto scritto in autobus)

Ero andato a casa sua
in quella città fatta di muri bianchi e bassi
rovi di mattoni e calce
certi isolati parevano
troppo quadrati
e taglienti, troppi spigoli
per contenere
il mio sentimento
senza che ne uscisse a fettine
come le “sottilissime” Aia
Mi sentivo un pollo
e la ricrescita dei peli
post ceretta sul petto
avvalorava tale sentimento.
(non l’avrei mai più fatta)
parlammo poco
non aveva tempo da dedicarmi
E non è nel mio stile insistere
quando parlo col col cuore in mano
non lo reputo necessario.
tendo a sopravvalutarmi
lo faccio spesso
da quando sono sincero
penso davvero
che la verità
sia di una bellezza irresistibile
io mi sposerei, quando sono sincero.
passai la notte in auto
in un parcheggio di un supermercato
troppo illuminato
a leggere cose, a scriverne altre,
mangiai un panino con porchetta e formaggio
bevvi tre birre
mi sembrò un solo lunghissimo sorso
quella parte vita
scambiai quattro chiacchiere con una trans
in pausa pranzo
era una bella serata
lei arrotolava una canna dopo l’altra
e si fece anche pagare due birre
non opposi resistenza
d’altronde i porchettari di notte
sono gli unici luoghi veri delle città
resistono al sonno e alla notte
a colpi di spiccioli e maledizioni
Non sarebbe stato saggio rimettersi in viaggio
non per le birre che andarono giù come acqua
(erano quasi acqua)
ma sentivo che se fossi partito quella notte
non sarei mai più tornato
e non conosco cose più belle
di un ritorno
per tre volte accesi il motore
e per tre volte lo spensi-
Il semaforo a pochi metri dal parcheggio
pulsava di arancione
intimava prudenza
all’alba che sarebbe da lì a poco arrivata.
La cosa mi strappo un sorriso
dopo tutto era una notte fresca e calda allo stesso tempo
avevo combattuto bene
con onore
avevo messo da parte l’orgoglio
e mantenuto la dignità
La ragazza trans mi disse che avevo gli occhi innamorati
e forse lo diceva a tutti i solitari che si fermavano di notte
a bere tre birre e un panino con la porchetta
ma so bene che in certi momenti della vita
verità e finzione sono la stessa identica cosa.
L’alba mi colse già sveglio
non ero stanco
alle prime luci bevvi un caffè doppio
lasciai tre euro di mancia
non volevo portarmi a casa
gli spiccioli di quella notte
dissi alla barista assonnata.
Ci ringraziammo a vicenda
e poi ripartii.
Nello specchio dietro al bancone
tra le mensole dei liquori
mi vidi, tutto sommato, carino.
Era un buon giorno,
nonostante tutto.

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