Più Entalpia meno Entropia
Il terrore delle camere
coi libri ammucchiati
lo spavento delle rivincite
quando la partita non l’hai mai giocata
la notte che è sempre troppo breve
le coperte troppo corte e
i letti invece troppo grandi
noi che dovevamo essere dei geni per forza
ché non può essere altrimenti
carichi di aspettative e
di responsabilità vili e sottili,
cose che fanno ridere a ragione
qualsiasi operaio in cassa integrazione,
abbiamo fatto naufragio alla prima onda gelata
alla prima curva sterrata abbiamo preso la tangente
e ne abbiamo cantato, senza coscienza, l’ebbrezza
col terrore negli occhi, a braccetto con la morte
ci siamo persi sui gradini del primo tempio
e non a torto adesso ne disprezziamo i custodi
La felicità non è una strada da seguire
mi ripeto spesso, è consapevolezza-
tutto è oscuro
tutto se è rivelato
sprigiona meraviglia.
Ma adesso che contiamo le rughe allo specchio
e ci siamo lasciati dietro cose insignificanti
e le donne e gli uomini che abbiamo amato
o che amiamo tuttora ci guardano con occhi leggeri,
mi dico, abbiamo creato quello che abbiamo potuto
forse troppo spesso dei mostri irriverenti e feroci,
è vero, e poi è vero che talvolta
le cose ci sono sfuggite di mano
e ci hanno ritrovati sdraiati a vomitare nelle piazze
o seduti sui letti per giorni senza uscire di casa.
I più svegli sono partiti a vedere il mondo
altri invece, come me, hanno cercato di abbracciarlo
capirete la difficoltà del gesto atletico
e la frustrazione che ne deriva.
Ma siamo qui adesso che cerchiamo di fare qualcosa
qualcosa di altamente ambizioso, pirotecnico e sorprendente
vivere in armonia con le cose
le stesse cose che invece tendono al disordine
senza dare spiegazioni.
Mi verrebbe da dire: Più Entalpia e meno Entropia.
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