la mancanza di oggi non è metafisica
ho studiato, letto, fatto il bucato
Tirato su pennette integrali con le cime di rapa, olio a crudo, formaggio q.b.
Un sorso di ottimo vino
e adesso ho mal di testa
di quelli aureolari, santificanti.
Nessuna parola mi tranquillizza
un paio di caffè sono andati giù
senza smuovere niente
Ho aperto un paio di libri fidati
per cercare risposte
e mi sono sembrati insipidi
come l’elenco telefonico
Adesso ne sono certo
niente di metafisico
ma nemmeno di un cuscino
ho bisogno
più tardi andrò a correre
e questo in ogni caso
ma adesso la mia mancanza è terrena
come un coccio che si rompe sulla pietra
come le cose che fanno rumore
e destano sorprese
un pugno, un bacio, una carezza, un calcio
qualcosa che urli alla mia anima
al mio subconscio intorpidito,
un’azione che affermi senza sospetti
che sono qui, sono vivo,
che occupo lo spazio prepotentemente
così come il mio mal di testa
si impone sui fiori.
Tutti uguali mi paiono i fiori e i libri
cose precipitate sul mondo per noia
tutte le altre cose sono improvvisate
tranne il mio mal di testa
ha le sembianze di dio
e speriamo mi nomini cavaliere
magari uno dei quattro dell’apocalisse
sarebbe un bel gesto
Apprezzerei davvero
Mi sentirei vivo seppure per poco
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