Quando abito troppo le strade
le case altrui, i loro occhi,
quando devo pronunciare troppe volte il mio nome,
non riesco più a scrivere per giorni
non che la cosa mi turbi
ma mi rendo conto
di questa vivisezione
questa spartizione infinitesimale
lascio briciole per strada
che si porta via il vento
al ritorno parlo poco
non ho voglia di ascoltarmi
dormo bene di notte
il cuore solo e appagato
i pensieri stanchi e noiosi
non ho voglia di niente
mi faccio un poco impressione
e un poco ribrezzo
un pezzo di carne inutile
sprofondata sul cuscino
Poi al massimo seduto sul cesso
scrivo cose come questa
come se fosse degna di nota…
Quando incontro troppe persone
ho capito ormai
Tiro fuori il mio lato più oscuro
sotto lo strato di garbata educazione
c’è quel vecchio villano
a cui non devi rompere i coglioni,
e questa cosa un po’ mi rasserena…
Non sono ancora perduto…
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