Un universo di merda.
( casualmente seduti al tavolo, dopo un lungo pranzo domenicale)
hai presente quando hai qualcosa da dire
non sai bene cosa
me è là come una poesia di domani?
ecco, l’ho detto.
sì. okay, ma non ho capito
cosa vorresti dirmi?
Se l’avessi saputo te lo avrei detto, non credi?
Hai ragione, certo.
C’è un altro po’ di caffè?
Sì, dovrebbe, aspetta, controllo.
– poche gocce, quel poco che resta alla fine di una lunga tavolata, quando il pranzo è finito e la caffettiera troppo piccola per bastare a tutti, viene impiegata 3 o 4 volte.-
Sai, pensavo, che forse quello che voglio dire è proprio che ho qualcosa da dire.
E allora dilla, su, non farti problemi; qualsiasi cosa sia.
E’ che siamo tutti così impegnati a trangugiare caffè senza un motivo preciso, capisci?
E’ una cosa che si fa, si deve fare, e nessuno sa il perché. A meno che non ti faccia schifo, il caffè.
Giusto. A te fa schifo?
No, a me piace molto il caffè.
Non so bene il perché ma mi piace.
Amaro o zuccherato?
Fa lo stesso.
Non mi sembri avere le idee molto chiare.
E’ vero, non le ho affatto chiare.
Tu credi in dio?
Che domanda volgare e di basso profilo intellettuale.
Un cucchiaino va bene grazie.
Ok. Prego.
Non è male, vero? forse un po’ freddino, ma va bene.
No no, è ottimo, mi ricorda le domeniche trascorse in montagna, con il litrozzo di caffè nel thermos.
Comunque dicevi di dio?
Giusto, non puoi farmi quella domanda così gretta. E’ offensiva.
Chiedimi se sono dio, e ti risponderò di sì.
Comunque non volevo parlare di questo. Quello che vorrei dire è un’altra cosa, che è anche dio, ma non solo. sento di avere qualcosa da dire di unicomprensivo.
ma che allo stesso tempo è indeterminata.
Hai presente certe poesie metasemantiche? Quando farfugli cose che alludono ad un qualcosa? ma nei fatti, analiticamente significherebbero fuffa?
Un poco come i discorsi dei politici, ma sinceri e non a casaccio, insomma,
qualcosa di lucido, che abbia a che fare col mistero della radiazione di fondo dell’universo, la materia oscura, e la massa, ma in forma di poesia da sembrare molto poco lucida.
Cazzo, era pesante il cinghiale eh?
Buurp! In effetti.
Buuurp! ecco. Un cazzo di rutto primordiale.
Sì sì lo so che ti fa ridere la cosa, ma dico seriamente.
Senti: BUUUURPPPP!!
Oh Cazzo che alito di merda.
E’ il cingiale, è l’universo, respiralo a pieni polmoni… Senti BUUURP!!!
Che universo di merda… Senti senti, Questo è un multiverso di merda.
Oh Cristo Martaaaa!!! Cosa cazzo c’era nello stufato? Il Peyote?
Eduard sta farfugliando sull’indeterminatezza delle cose da un quarto d’ora buono ed ha sinetizzato tutto con un rutto.
( risate, dalla cucina)
Buuurp! E’ che mi pare l’unica cosa con un poco di senso, la fisiologia alle cinque del pomeriggio dopo un pranzo da far impallidire il buon vecchio Locullo.
Amico mio, sai che ti dico? Che la forza sia con te
Ed anche lo sforzo, no? Buuuurp!
Cristo che alito, Salute amico mio. Alla salute.
Alla russa!!
Cin cin.
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