Il giorno è bianco come un vecchio fiore
Saranno le nuvole
Più morbide del gres porcellanato
A parlare di luccicanza allo sguardo
L’edificio è una nave per sempre zoppa
… E Certo che bisogna spingere in salita!
Fuori c’è un contrasto frescolino
Poco spazio insiste tra gli spigoli e il sole
Non vi entra un che il Foglio di carta refertato
Stamattina sono partito presto
Era tutto così calmo sull’albero in giardino
Ancora Il sonno sobbolliva sulle foglie
Ora Assapora ogni pilastro
Ogni faccia è tesa come un panno
Ogni sorriso tirato con le pinze
La signora dell’accettazione
mi ha detto che ho gli occhi di sua figlia
E che adesso, dice, è dottoressa.
Sarà che qui siamo tutti quanti figli
E dopo mi correggo sorridendo:
Dopotutto siamo sempre tutti figli
Le ho risposto come fosse una mia madre
(E Perché non dovrebbe esserlo?)
Ha annuito sorridendo.
Due ragazze aspettano la madre
Che è ancora sotto i ferri
Un cirrotico borbotta per un’ attesa troppo lunga
Mi viene da sorridere e sorrido.
Che faccio, lascio?
Mentre esco dal quadro del giorno
Un solo pensiero soffrigge sul silenzio
Mentre infilo i passi verso casa
Dove potremmo andare se non qui?
Se non incontro gli uni agli altri?
Quando tutte le strade portano agli altri.
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