La buona abitudine di scrivere ogni giorno
È una pratica degna di un soldato
Non è adatta ad un ladro disperato
Né ad uno spacciatore di momenti
È la disciplina che mi manca per diventare qualcuno – me lo hanno sempre ripetuto
insieme ad altre peculiarità appartenenti a questo tempo
e se qualcuno mi chiedesse
Cosa ami di me stesso, risponderei:
L’istintivo disinteresse alla riuscita.
Mentre scrivevo queste righe
si è posato un insetto sulla soglia della finestra
Anche lui è rimasto folgorato dal gelo inaspettato
L’ho fatto entrare in casa già mezzo tramortito
So che ci siamo capiti
Uscito dalla doccia l’ho trovato nello stesso punto in cui l’avevo lasciato
Muove ancora le antenne
E questo mi rallegra
Anche se forse è troppo tardi
E forse è stato compromesso dagli eventi
Ma chi non lo è già?
La neve ha sparso la sua voce sopra i monti
Il verde di questo Aprile è ancora un poco spento
La vita e la morte sono solo due parole
Oggi questo fatto mi pare limpido
Come un cristallo in mezzo al fiume.
POSTI DI MERDA
Non è posto questo
Per la poesia
Né per una scopa
che scacci colpi setoloni
il malcontento del vissuto
Non è posto questo per la poesia
Né per una mela verbo
o un fenicottero rosso – certo
Morirebbe desiderato in quattroquattroundici
Non è posto questo per per la poesia
che sa di essere poesia e non una facezia
che sambuca il cuore e stuzzica l’ignoto
Che quindi è inesistente
Non è posto questo
Per la tegola bucata dal pensiero verticale
Né per una gentilezza simulata o
chessòio un primivespro.
Non è posto questo
Per la poesia né per un airotto
O per un flebuzio dalle piumepiatte
Non è posto questo per la poesia
Né per far quadrare i conti
Della bottega di artigiani che fa angolo
Con l’aliscafo delle sette e quarantuno.
Non è posto questo per la poesia
Né per un saluto di flebile eleganza
Che posto di merda è questo
Che mi porto dietro come una bisaccia Incollata al culo della noncuranza?