Leggi una poesia
Poi un’altra
Poi ti alzi dalla sedia e
sposti i capelli dalla fronte
come hai sempre fatto
Da due mesi a questa parte
Da quando sono cresciuti
Senza che nessuno li baciasse
Qualcosa al piano di sopra
Si rompe in novecentonovantanove pezzi
(manca sempre qualche cosa per…)
È il vetro che frastuona di ricordo e
Si apre una finestra nel mezzo
Di questo sotto pavimento
Dice sia normale
Dice sia carnale
Hai voglia di tuffarti dentro
Questo sano desiderio di avventura
Come fosse una donna
Ma non lo è
È sentimento
È un tritaossa
Sono i morti conto terzi
Sono tutti in fila
Come un Ade ma senza manco un fiume
Una valle senza vette
un comò senza civette
È un ammasso di universi fritti dalla luce
Ci sei anche tu dentro questa fascia oraria
Con un polso teso come un filo al cielo
Mi chiami con la folta indifferenza…
Passa un’ape nella stanza silenziosa
gira intorno un poco sbirra
Poi si arrende e scappa via
Verso la sera che già strizza
l’occhio sul domani
E a queste nuvole
che non ne vogliono sapere
più di tanto dei fermenti
degli aghi degli abeti
degli amori stretti al muro
in un altro corridoio.
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