<<Lascia perdere i telefoni ti ho detto!>>
La voce incalza come se fosse
un fuori campo siderale
la poesia si nega come una cagna
gravida di risentimento
in un attimo il vento
ha spalancato la finestra e
mi è tornata in mente
quella vecchia storia
che parla di un proiettile
che attraversa la stanza
come un destino imperscrutabile –
qualcosa si posa sul fondo della coscienza
forse un petalo seccato al sole
forse una foglia di burro inacidito
non ci è dato di sapere…
la poesia si nega
come un barista svizzero
all’orario di chiusura –
è ora di cenare –
me ne accorgo dalle luci accese
nelle cucine dei vicini
mentre la gente è chiusa in casa
a spadellare sentimenti
nelle strade vuote
fa scandalo d’orgia
la polvere e
intorno alla piante
c’è aria di festa
e funerale.
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