Non conosco niente del mondo
Per questo lo amo
Non capisco i fiori né
Il rumore degli animali lontani
Ma ne intuisco le figure
Nella mente sulle montagne
valicare lentamente il pensiero
Ne sento Il passo come un ricordo
Ancora da fare
Ne intuisco il confine
Dentro lo sguardo
Non come limite
Ma come forza
necessaria alla vita
Non capisco la fede
Ma la paura sì che è cosa più umana
Non capisco gli uomini né le donne
Ma soprattutto non capisco
Quello che pare una copula
Tra due gatti randagi
In una domenica di quarantena
Alle sette di mattina
Sotto il mio balcone.
E per un secondo
anche il certo amore
Per l’universo
Ha fatto una crepa
In mezzo ai coglioni.
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