Con uno schizzo nelle vene
e tanto alcool in corpo
urlava a denti stretti:
“usciamo da questa scatola infinita!
Io ch’ ero assai più lucido
rimasi un po’ a pensare
avanti agli sbirri
accorsi per la rissa
a quella frase urlata
contro una serranda chiusa
e che risuona ormai
da decenni dentro la mia testa
ogni volta che sto stretto –
Usciamo da questa scatola infinita
ho pensato l’altro giorno
mentre impastavo con le mani
acqua lievito e farina
e poi dalla finestra
è entrato un po’ di sole
col ricordo di una amica morta
e mi si è stretto un poco il cuore
come in una morsa –
ho tirato forte l’aria nei polmoni
ed ho sorriso in faccia al rubinetto
Usciamo da questa scatola infinito
ho ripetuto a voce bassa
ed ho sorriso al dirimpetto
ho ringraziato qualche cosa
poi ho detto qualche cosa
e chiuso la finestra
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