C’è un padre sul balcone
Alto grasso bruno
Con accento del sud
Con un grosso orologio d’acciaio
Che brilla al sole del mattino
Lo chiameremo Carmine,
Perché ha la faccia da Carmine
Fuma troppe sigarette
E passa buona parte delle sue giornate festive sul balcone a fumare
Stamattina alle 7 30 circa ci siamo salutati
Io ero sul balcone a bere il primo caffè
Lui, sono certo, almeno alla terza sigaretta
Mi ha visto uscire, mi ha guardato
Io ho fatto un cenno di brindisi col capo
Porgendo a lui la tazzina in segno di saluto
Ha annuito, ha ricambiato sollevando le tre dita che incastonavano la sigaretta
Che a lui pare solo un sesto dito bruciacchiato
In mezzo alla strada solo qualche scooter imballato dal risveglio
Poche auto e due trans ubriache ritornavano a casa barcollando e schiamazzando
Carmine ha cercato il mio sguardo
E mi ha fatto un gesto come a dire:
Questa è la vita…
Io ho risposto un una espressione del tipo:
…E c’amma fa?
Carmine ha spento il filtro nel posacenere e mi ha salutato con un cenno
Io appoggiato al parapetto di cemento
Ho abbozzato un saluto
E continuato a guardare le due che barcollavano fino a scomparire dietro la curva
-Tu non sei Pessoa- mi sono detto.
Nessun simbolismo oscuro si nasconde nella curva
E pure la morte mi ha carezzato il collo
Come a dire:
hai ancora molto tempo ma non lo sprecare…
Sono rientrato, ho riempito la tazza,
E come Proietti nel film F.F.S.S. mentre zucchera compulsivamente la sua tazzina di caffè, ho detto sospirando: ‘a vita è tant’ amara… e mi è venuto da ridere.
E così è cominciato un altro giorno…
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