la sento spingere dai sepolcri
dai coperchi del cielo
dalle membrane cellulari
la sento premere
come seno di donna sul viso
cavallette appassionate sostano nel campo
sacro fuoco della dimenticanza
sacro respiro delle cose che passano
sento il calore
fluire dalle dita
questa è la nostre voce
voce che non sappiamo usare
cose che non sappiamo dire
spingono da dentro e da fuori
non ci resta che accettare l’ oblio
come una benedizione
l’ignoto come una medicina
e con la cenere delle nostre certezze
tentiamo la fortuna, la salvezza
il capolavoro.
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