Mangi, per pranzo, una roba che frugàle è dir poco. Vai al bar per un caffè, parli di Maduro con la barista venezuelana – di Sudamerica – di Salvini – di Pepe e dell’Uruguay. Ti innervosisci, ne ordini un altro. Lo butti giù. Sei nervoso come certi nervetti di vitello che si trovano solo in certe cucine esotiche, scrocchi passi sull’asfalto come miccette a carnevale. Sta per piovere, la bassa pressione non aiuta. Tutto è uggioso. Uggesù! Ripensi a quello che fai, sorridi, le macchine che allungano sul rettilineo con poco traffico, lasciano presagire distensioni all’orizzonte. C’è una luce da qualche parte. qualcuno dalla macchina ti saluta, ma tu sei senza occhiali, e ricambi, fingendo un sorriso a 54 denti, poi continui a sorridere di gusto, ché pure tu sei duro, Ma- duuuro!
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