A occidente si levano
foglie leggere
dall’asfalto
ai primi venti
a oriente si levano
figli come foglie
dal terriccio bagnato
poi mi dice che la partita…
io davvero mi giro male
ché siamo usciti dall’Europa
in tutti i sensi
come un missile poco intelligente
dice che bisogna attaccare
ma allargare il gioco
magari al deserto
oppure all’oceano
o tra le fasciiie
poi viene come sempre
il chiodo al pettine
come l’unica forcina di tuttte le donne
e si impigliano i pensieri
come capelli profumati
da scostare con le labbra
o ciuffi esplosi tra rottami
e poi mi allunghi una birra
come se niente fosse
ed in effetti non è niente
poi ne allunghi un’altra
e la cosa diventa sopportabile
pure questo accenno di amore
che trema d’ultravioletto
si fa lisciare come un gatto
ma si sa che è più mandingo
e i pensieri paiono lontani
e il mescolone vira sullo zucchero
magari adesso un po’ di musica
e la giostra continua a perpetuare
nei nostri confini di pace minuta
mentre di là resta il grido
di una distanza d’aria
vuota come polmoni
o l’interno di un cocomero
alla fine della festa e
presto la colmeranno altri
con le scarpe buone
a calpestare germogli
dalla parte sbagliata.
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