Non provo alcun affetto per i miei scritti. Non me ne curo molto.
Forse troppo poco. Non cerco per loro una casa, un tetto, una quarta di copertina che sia abbastanza calda da farli svernare con dignità. Sono spietato con i versi che hanno perso la forza. Li dimentico come ho dimenticato certe labbra che pure ho baciato.
Provo dei sentimenti per le persone che si aggirano tra le parole, come fossero sentieri ancora da tracciare.
In alcuni casi provo amore struggente, mi commuovo, alzo gli occhi, sospiro. ogni tanto, quando rileggo qualcosa, li vedo compiere l’infinito giro della memoria, come criceti innamorati, come fantasmi di carne condannati all’eternità… Ed io con loro, vago, come un’ombra senza padrone; per sempre.
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