Quella volta Hassan Lorenzo
Hassan Lorenzo
Uscimmo quindi a rimirar le stelle
E quelle piú brillarelle friggevano di colore
E non cadevano mai.
Cara nun fa la stupida stasera-
Ti canticchiai mentre ballavamo
E mentre facevamo l’amore
mi chiedesti di non farti male
Ed io ti riposi che magari solo un poco
Mordendoti le labbra
Passiamo sulla vita leggeri –
veniva da pensare a Sergio Atzeni
Mentre intorno cominciava a bruciare a mucchi di secondi molto minuti – il futuro
Le parole cominciarono ad uscire
Come sutra destinati a perdersi
nella tradizione orale – echeggiavano a lungo –
Tu eri santa come una sorgente
Ed io venni a te come un randagio di lungo corso
E trovai pace E trovai vita in mezzo ai tuoi capelli
E mi donasti un seme che custodisco intatto
Nel mezzo del mio centro
Dove anche io sono stato santo
Il santo che ho ucciso con le mie stesse mani
Alla prima notte senza luna
Adesso sono tuo come le chiavi di casa
Una matita – un vecchio libro – il mazzolin di fiori – il rossetto – l’ accendino perduto nella borsa – La multa pagata sempre tardi – le rane dal cielo – la carestia- le cavallette – LE CAVALLETTEE
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