quella volta che piansi in un parcheggio
con le poesie strette nel pugno
ero solo e circondato dagli ulivi
e col vento che suonava i fichi d’india
non ero né triste né felice
di certo ero contento
di certo sopraffatto dagli eventi
dentro di me si sciolse una cima
sentii nitido lo spiegarsi di una vela
il rumore delle cose che non mi spiego
fece il rumore di un lenzuolo
fece il rumore dell’estate
quando comincia a calare il sole
e a salire la brezza dal mare
Vincenzo disse il mio nome
e nessuno mi riconobbe.
Applaudirono sulla fiducia.
Andava ancora tutto bene.
poi cominciai a parlare
e ingaggiai una lotta
con la chitarra e col cielo
e con tutti i santi
e con la sua assenza
e persi
e ne fui felice:
non poteva essere altrimenti.
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