Certi giorni ho voglia
Di prendere un aereo
e di bussare alla tua porta
Di entrare nel tuo studio
E mi immagino
Buttare giù con una strizzata d’occhio
L’imene del tuo ufficio, mi vedo
Come l’apparizione di un santo
Perché se tu venissi adesso
Io perderei l’uso della parola
per almeno un paio di giorni
Ma poi rifletto, sorrido,
E convengo d’essere un coglione.
E come tale mi ritrovo a scrivere
L’ennesima scanzonata inconcludente
apologia dell’inutile
Quando si parla di te perdo ogni certezza
Che negli anni ho conquistato a fatica
E anche se ormai non ricordo più il tuo viso
Mi è rimasta un’orma impressa nel petto
L’ultima volta che te ne sei andata
Un 33 misura italiana, maledetta nana.
Gne Gne Gne…
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