Romanzo scritto bene, su come il libro inteso come oggetto faccia le veci della lettura in una realtà affollata di immagini che diviene tale solo e soltanto se avvallata da documentazione fotografica.
Esempio:
Il o la protagonista, durante una delle tante serate trascorse a bere spritz avanti al caminetto in una famosa località sciistica, la notte di Natale decide di riciclare l’imballo in materiale plastico del suo nuovo telefono ricevuto in dono dallo spirito santo, direttamente tra le accoglienti fiamme del focolare.
Feeeermaaaahhhh! Si leva una vocina dal divano. È la voce dell’unica anima fragile della combriccola. Feeermaah non vedi che èplastica? Inquina!!!
Il o la protagonista, interrompe per un istante il lancio, fulmina con lo sguardo l’amico fragile, e con voce roca e profonda, indignata e ferma come le lancette del Big Ben alle 24 00 con tanto di campane, tuona: VEDI CHE IO SUL COMODINO HO “IN PATAGONIA” DI CHATWIN!!! Non hai visto il mio ultimo post si Instagram? Mi sa che hai anche messo un like. Quindi… {Pausa scemica}
E via, con rinnovata energia, la mondezza, nel camino di questo secolo appena cominciato.
Questo romanzo non vuole strizzare l’occhio alla morale. È un ritratto neorealista che si candida allegramente a sbaragliare il/la PREMIO/A CAPPELLO/A.
Se poi hai un/a romanzo/a migliore candidalo/a scattagli una bella foto e vediamo!
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