Penso al mio compleanno
Quello dei 33
Ch’ era un numero a due labbra
E di terra che tremava.
Immota manent. Porto scritto nello sguardo.
Sono passati dieci anni fra tre giorni
e ora
dico:
Vecchia scarpa. Tappo di bottiglia e suoni.
Hai lo stesso cuore sporco
dei tre anni. Lo stesso disonesto.
Tu pisciavi nelle scarpe della bidella.
Tentasti la fuga dall’asilo
Sfondando a calci la vecchia recinzione.
Spiavi con destrezza sotto le gonnelle e poi ti innamoravi come pera cotta di ogni tiramento.
Bambine, che miracolo. Pensavi incuriosito. Adesso lo sai che
la vita è donna
Pensi. alle tue cose come a delle cose
E che quello che ora è tuo non ha alcun significato.
E che la vita è solo una scoperta
E che sei un uomo Fortunato
Senza averne alcuna colpa
O viceversa o stai mentendo o altre cose.
Però sai anche che non capirai forse
molto più di quello che non sai.
E.
Ogni giorno pianti un chiodo nella pelle.
E poi ci passi sopra una carezza
E poi sbraiti e poi ti contraddici
E minacci una invasione. urli calci al vento
Ma poi ti fai accogliente
perché adesso ti sai arrendere e poi
In dieci anni hai scritto qualche cosa
Hai stretto molte mani
Hai cantato molte volte
E adesso hai tanti spilli
Allegri, che vagano nel cuore
Come morti certi
di non poter morire.