Dalla porta-finestra della camera
guardo le montagne
più in basso- è la valle
ma sono le montagne
sempre a catturare lo sguardo:
chi troverò in mezzo a quei boschi?
che aria fredda è là?
poi le nuvole, quando ci sono
spesso stazionano intorno alle cime
come pensieri prima di essere pensati
a volte si fermano a lungo
altre volte sono soltanto di passaggio
altre cose da dimenticare in fretta, penso…
ho perso la mia solitudine
non so più scrivere una parola buona
ammesso che lo abbia mai fatto
forse dovrei andare per boschi
forse dovrei parlare con gli alberi
e i fiumi e le pietre cadute dai costoni…
dove sono finite le parole accese?
dove sono finiti i pensieri densi?
quelli che esistevano prima –
quelli che liberano dal male
e che fanno leggero il passo
e morbido lo sguardo –
più a sud penso all’esilio di Levi
ai paesaggi lunari dei calanchi
che paiono terreni graffiati da una mano bestemmiata
dov’è il mio esorcismo della polvere?
il tocco della grazia
il bacio della morte
qualcuno disse che: il poeta ha sempre la morte nel cuore-
qualcuno disse che: per essere poeta (Querido Pietri Pedrito)
bisogna restare soli per sempre
con qualcuno che non ci lascerà
mai andare –
ecco il tessuto non-tessuto
ecco Lisa dagli occhi che trova
ecco la solitudine non-solitudine
Andare, sì ma dove?
oh! querido Miguel
fratello di carne e di sangue
sputacchio di vento allo specchio
io che ti scrivo ogni santo giorno
non muovendo nemmeno una parola
mostrami la via della sete –
stringiamo gli accordi coi paesi vicini
sugelliamo il patto dei solìzi e poi
con l’universo sconosciuto
suoniamo l’organo che riempie i bicchieri
suoniamo l’accordo perfetto
beviamo insieme la schiuma dei giorni
che incendia gli sguardi e mescola le lingue
cantiamo – insieme – la stonatura di Orione
Uh! la costellazione dei vinti
Eccoci incastonati come spilli
nella voce oscura dei cieli –
Eccoci! Arriviamo.
…
Dai, bella nenia questa!
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